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MARANO LAGUNARE, una giornata in Laguna

Il 25 Aprile di quest'anno sembrava mettersi in pioggia.
Ma è bastato spostarsi di una quarantina di chilometri per godere di un sole primaverile. L'Italia è anche questo, la varietà ci rappresenta in tutto.
Abbiamo deciso di premiare la laguna, invece delle spiagge (sicuramente più affollate di gitanti, nella giornata della liberazione) e abbiamo fatto bene. Anzi benissimo.
La scelta è caduta su Marano Lagunare, perché erano passati davvero molti anni dall'ultima visita. 























 


Marano Lagunare è di per sè la culla delle barche.
D'inverno trovano ricovero quelle da diporto. Quelle da pesca invece sono sempre all'opera come i loro proprietari, e a loro assomigliano: facce e legni lavorati dal sale, dal sole, dal vento, che sembrano portarsi dietro una conoscenza leggendaria alla quale nessuno può accedere a meno di usare lo stesso codice, fatto di tenacia, umiltà e saggezza. 













































Non sembra di essere in Friuli, l'antica presenza della Serenissima si sente eccome.  
Oggi Marano si presenta tranquilla, solo vicino ai ponti qualche fruscio di idropulitrici, ma all'interno le Batele da pesca sonnecchiano pigramente vicino alle reti: è festa anche per loro. 





































 









Dopo una passeggiata tra i vicoli scopro che proprio qui a Marano Lagunare c'è uno storico stabilimento del tonno Maruzzella, dal 1939.
Conclusa la perlustrazione dei vicoli decidiamo di immergerci nella riserva naturale Valle Canal Novo, che merita eccome una bella visita.

































































Sotto i percorsi di passerelle c'è tutto un fermento di fauna: tartarughe che si muovono a pelo d'acqua, beccaccini, folaghe, cigni selvatici dal becco giallo, oche... e sopra di noi volano gli aironi, i gabbiani mentre dai cespugli fioriti sfugge un gran ronzare di api al lavoro.










































I percorsi ci portano ai vari Osservatori, che sono dei Casoni con suggestivi tetti di canne, dai quali possiamo scrutare intorno senza disturbare troppo. 






























































C'è perfino un acquario lagunare dove poter vedere ancora più vicino le varie specie ittiche, all'ingresso un incredibile pesce Luna di 168 chili  mi dà il benvenuto: è stato pescato proprio qui nel 2002... quasi non riesco a crederci. 












































Verso la fine del percorso c'è un'area molto interessante che comprende la ricostruzione di una abitazione protostorica del tardo neolitico con un focolare di creta e gli attrezzi da cucina.
Li associo al poderoso pesce-Luna: è un pesce che si mangia? Mi pare di ricordare che sia piuttosto tossico. Questo però non mi toglie un certo languore, perché a forza di camminare si è fatta l'una...










































La piazza centrale ci viene subito in soccorso: ospita gruppi di giovani e meno giovani che si godono l'aperitivo e appena svoltata la maestosa Torre millenaria è un bel fiorire di osterie e ristorantini.
Come si fa a resistere a un piatto di seppie con la polenta e un bicchiere di un bianco doc? Ci appropriamo subito di un tavolino al sole e ordiniamo (tanto per gradire) un antipasto caldo di molluschi...
Credo di aver mangiato poche volte del pesce così gratificante come quello di oggi!

Grazie, grazie davvero Marano Lagunare. Alla prossima! 


Per saperne di più: Ciao in Friuli (Itinerari, Ospitalità, Eventi, Territorio).

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